Giovanni Feola ( campione di motociclismo) e-book
1909 / 1933
( campione di motociclismo)
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( di Cristian Di Troia, In : "Il Nuovo Corso", Premio@Altavilla2009, Centro Studi A. De Gasperi, Quaderno nr. 1 )
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Nato ad Altavilla il 21 settembre 1909, campione italiano di motociclismo classe 450 cc, morto sulla Via Emilia per un incidente motociclistico.
Crebbe fra le macchine, nel garage del Sig. Pellegrino Caruso, dove suo padre fu costretto collocarlo.
Al ritorno dalle armi, volle essere padrone di una macchina sua, tutta sua e lo fu.
Ma ciò non era il compimento delle sue aspirazioni.
Per competere con i campioni del motociclismo nazionale c'era bisogno di una macchina potente, ma la borsa paterna non era in grado di consentire una vistosa spesa. C'erano gli amici, tutti giovani di belle speranze, ma senza base finanziaria e che potevano aiutarlo soltanto con parole d'incoraggiamento e consigli. Subì un periodo di lotte e di sacrifici, di speranze e di disillusioni. Poi il sospirato giorno venne. Foggia vibrava nel l'attesa. Convenivano nella città per cimentarsi su quel circuito i migliori campioni del motociclismo meridionale e la folla, su ogni nome cento volte letto e riletto sui giornali, faceva anzi tempo i più svariati pronostici.
Che si poteva pronosticare su quel nome oscuro di Feola?
Quale affidamento poteva farsi su di un fanciullo timido ed impacciato, privo di mezzi, che arrivava stanco ed impolverato dal lungo viaggio poco prima avesse inizio la gara?
Accolto con indifferenza, quasi fosse un intruso nella famiglia motociclistica, egli era là, solo, disperatamente solo con la sua fede e con la sua tenacia.
Ed il centauro passò.
Quando la folla, estatica, vide la rossa sagoma del diavoletto altavillese balzare in avanti sorpassando ad uno ad uno gli avversari, quando lo vide, nel suo volo fantastico in cui aveva trasfusa tutta l'anima, tagliare come primo assoluto il traguardo, cambiò l'indifferenza in ammirazione, l'ammirazione in entusiasmo!
E Foggia che lo aveva tenuto a battesimo, si offerse a madre adottiva del giovane prodigio!
E vinse, in quel vicino eppur tanto lontano Settembre del 1932 la sua prima tappa sul circuito del destino!
Balzò, così, di colpo sulle cronache sportive, fu così che su di lui si fondarono delle speranze.
Poi a Napoli ad un mese di distanza, sul circuito di via Caracciolo. A Roma in Novembre, sulla pista del Littorio. nella finale del campionato di seconda categoria......
Il suo ritorno ad Altavilla fu un trionfo!
Le vittorie che senza interruzione s' erano susseguite l'una all'altra avevano scosso l'animo buono della operosa popolazione irpina.
Ad Avellino lo amavano, ad Altavilla lo idolatravano.
Il sogno di Feola. non era più il sogno di un uomo, era l'aspirazione di tutto un paese, di tutta una provincia, di tutta una regione. Altavilla lo attese. E quando giunse, scortato dagli amici dei Moto Club di Napoli e di Avellino, fu una festa indimenticabile; strappato alla sua macchina, sollevato a braccia, sotto una policroma pioggia di fiori, tra uno sventolio di bandiere, al suono della fanfara, tra le acclamazioni frenetiche della folla. Nessuna organizzazione, nessuna predisposizione se non la spontaneità, la sincera spontaneità di tutto un popolo accorrente.
Sorgeva l’alba del 23 Aprile. Egli era là, a Milano per la coppa Mussolini della Napoli-Milano, fra i cento contendenti, tutto preso a verificare per l'ultima volta gli organi vitali del suo imbattibile cavallo d'acciaio.
Ad un ordine secco i mostri levarono il loro ruggito, poi ad uno ad uno i Centauri balzarono in avanti e si dileguarono nel velario della nebbia, verso le incognite del destino.
Nei pressi di Tavazzano all'alba di quel ferale mattino, quando le brume diradarono ed un pallido raggio di sole scese ad illuminare i piani della Lombardia, uno spettacolo di orrore s'offerse all'occhio del passeggero. La nostra speranza, il nostro orgoglio, il nostro dio, era là, esanime, col capo infranto e col cuore spezzato, sul margine della strada alla giovane età di 24 anni.