Gli Italiani negli Stati Uniti d’America, Italian American Directory Co.,
New York, 1906.
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Per celebrare l'inaugurazione della galleria del Sempione fu organizzata nel 1906 l'Esposizione Internazionale di Milano. Per l’occasione furono costruiti padiglioni, chioschi, ristoranti, birrerie, buvette e il primo "vero" ristorante cinese, costruzioni che segnarono il trionfo dello stile Liberty. L'adesione fu talmente entusiastica che parteciparono 35.000 espositori e ben 40 paesi aderenti i quali, di lì a poco, dopo essersi trovati fianco a fianco, si schiereranno da nemici nella grande guerra.
Per questo importante evento fu allestito anche un padiglione che accolse una mostra dal titolo “Gli italiani all’estero” la quale doveva illustrare l’attività dei nostri connazionali nei paesi in cui erano migrati. Per meglio documentare la mostra fu data alle stampe una pubblicazione la quale, sul modello di una precedente iniziativa editoriale del 1898 (Buenos Aires), stampata in due volumi, dal titolo “Gli italiani nella repubblica argentina” aveva il compito di far conoscere al grande pubblico le condizioni di vita ma soprattutto le potenzialità delle numerose comunità italiane sparse negli Stati Uniti e quanto importante fosse il lavoro da esse svolto.
Le difficoltà per la stampa di questo volume non furono poche fino a quando una casa editrice italiana la Italian American Directory Co., con sede a New York, assunse ogni responsabilità finanziaria fidando di coprire le spese con la vendita del libro. La pubblicazione fu divisa in due parti: la prima doveva mettere in luce lo sviluppo dei commerci e degli scambi con la madre patria, i rapporti con la politica e con gli americani, l’insegnamento della lingua e della letteratura nelle università, le scuole italiane, ecc; la seconda parte doveva invece illustrare le più eminenti personalità oltre che le più importanti società, ditte industriali, commerciali e agricole delle comunità italoamericane. Malgrado le aspirazioni dei promotori i quali contavano su un buon numero di adesioni, in concreto, fatta eccezione per alcune partecipazioni delle comunità della California, del Colorado, del New England e della Pennsylvania, la maggior parte degli italiani degli stati del sud e dell’ovest non furono rappresentati in questo volume. Fa dunque la parte da leone la comunità italoamericana dello stato di New York che in quegli anni contava circa quattrocentomila nostri connazionali tra cui un consistente numero di famiglie altavillesi quantunque la maggior parte di esse, non a caso, risiedesse a Philadelphia in Pennsylvania, terra di miniere e minatori, e dove un sacerdote, nostro concittadino, Padre Angelo Caruso, rettore della Parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio, era particolarmente attivo, soprattutto nei riguardi degli emigrati meridionali.
( Il volume rappresenta una vera rarità bibliografica e poiché è posseduto soltanto da poche biblioteche del Nord, ne abbiamo volentieri consentito la digitalizzazione alla Biblioteca Provinciale di Avellino )
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