Militari caduti nella guerra nazionale 1915 - 1918 – ALBO
D’ORO / Ministero della guerra – Vol. VI, Campania, Province di Avellino,
Benevento, Caserta – Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria, 1929
A seguito dell’assassinio di Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, il 28 luglio 1914 ha inizio la Grande Guerra che, un anno dopo, vedrà anche l’Italia coinvolta contro l’Austria e l’Ungheria.
L’Italia mobilitò 5.615.000 uomini e contò 650.000 morti, 947.000 feriti e 600.000 dispersi o prigionieri; i fortunati che ritornarono portarono con se ferite indelebili nel corpo e nello spirito.
Il contributo degli altavillesi fu doloroso e nel contempo glorioso così come si evince da documenti ed articoli già pubblicati su questo sito e dati presenti nel volume dedicato alla Regione Campania, pubblicato nel 1929 dal Ministero della Guerra, dal titolo “Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918 /Albo d’Oro”. L’elenco (alfabetico per nome) purtroppo non contiene alcuni caduti che resteranno avvolti nell’oblio ma che successive indagini storiche hanno invece messo in luce.
Il 4 novembre 1918, alle ore 12, il Generale A. Diaz così annunciava la fine della guerra:
La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austro-ungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
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