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Acque del Sabato, espropriazione per Napoli, Reclamo al Ministro dei Lavori Pubblici……., Tip. Tulimiero (s.d.) [1878 ?]

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    Nella seconda metà dell’800, la scarsità di acqua potabile, disponibile a Napoli, induce gli amministratori della città a progettare la realizzazione di un nuovo acquedotto, in sostituzione di quelli antichi ossia il Bolla di epoca greco-romana, la cui acqua veniva prelevata sul monte Somma, l’ Augusteo che aveva inizio dalle sorgenti di Serino ed il Carmignano, realizzato nel 1629 e le cui acque venivano prelevate dall'alto piano caudino, nel beneventano. Tutta la parte bassa della città di Napoli era servita da acqua che scorreva attraverso una fitta rete di piccoli canali scavati nel tufo dai quali molti abitanti la prelevavano attraverso pozzi situati nei cortili dei palazzi oppure direttamente dall’interno delle abitazioni. Gli abitanti delle zone più alte, come quelli del Vomero, soffrivano invece di una cronica carenza di acqua.

   A motivo di ciò si decide quindi di progettare un nuovo acquedotto, detto erroneamente del Serino, una imprecisione da imputare agli ingegneri del Comune di Napoli che considerarono le sorgenti Urciuoli come situate nel Comune di Serino mentre in realtà si trovano in quello di Santo Stefano del Sole, luogo nel quale l’acqua prelevata proviene a sua volta da Volturara Irpina dove, attraverso una grossa voragine, chiamata Bocca del Dragone, si infiltra nel suolo.

   Preoccupati dei possibili danni, causati dalla minore portata d’acqua del fiume Sabato, gli amministratori dei comuni interessati, soprattutto Altavilla e Atripalda, si attivano perché, al nuovo acquedotto napoletano, fosse concesso un prelievo contenuto dalle sorgenti (100.000 m.c. giornalieri ) visto che molti cittadini “…… si servono da tempi immemorabile delle acque di quel fiume per i loro bisogni, per le loro industrie, per la irrigazione dei loro terreni….. così che non si può ammettere espropriazioni per causa di pubblica utilità a detrimento di un’altra pubblica utilità……”

   La petizione al Re, come pure le perizie che seguirono, ciascuna a sostegno della propria tesi, e infine i reclami, come quello riportato nel nostro opuscolo, non sortirono alcun risultato…… Napoli doveva avere il suo nuovo acquedotto.

   Nella impossibilità di poter trovare capitali per la realizzazione di questa importante opera, il Comune di Napoli decide di affidarne la costruzione ad una società privata la quale, a garanzia del capitale impegnato, si sarebbe poi rivalsa sull’utenza, per i successivi settantacinque anni.

( Raffaele Sarti e Giuseppe Sabatino )

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( Collezione privata. Archivio Michele Severini ) 

c 78 Acque del Sabato Reclamo 1877 00001