Foschini, Gaetano. Breve aggiunta alla memoria nella causa tra Bruno e Urciuoli,
Napoli, 1884
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Alla fine dell’800 l’appalto del dazio veniva solitamente licitato ovvero concesso al sindaco pro tempore per cui ”…… i municipi ne prendevano l’appalto per averne poi un guadagno nel subappalto…. ” .
Fu ciò che, almeno in parte, avvenne nel 1880 quando il sindaco Domenico Bruno, sebbene munito di autorizzazione del Consiglio comunale, si vide rifiutare l’appalto del dazio da parte dell’Intendente a causa del fatto che la documentazione prodotta non era stata fatta nelle forme richieste dalla legge. In pratica “…. l’Intendente non volle permettergli che licitasse a nome del Municipio, dicendogli che potea invece licitare in suo nome e cederne poi i diritti a questo. Così il Bruno fece e l’appalto del dazio consumo governativo restò aggiudicato a lui per lire 5.900 ……. “
A seguito di delibera consiliare del 1° dicembre 1880 fu quindi possibile espletare una sub-asta la quale, grazie ad una offerta in rialzo di 17.750 lire, fu aggiudicata ad un certo Urciuoli (?), con la garanzia di un altro cittadino altavillese, certo Caruso. Venuti ben presto nella convinzione di essersi aggiudicati l’asta per un prezzo esoso, sia l’Urciuoli che il Caruso addussero una serie di contestazioni e pretesero la nullità dell’atto. L'appalto, infatti, era stato aggiudicato e poi concesso con delibera adottata senza la presenza del segretario comunale e senza essere sottoposta ad approvazione superiore. Per chiudere bonariamente la questione, l’amministrazione comunale tentò allora di arrivare ad un accordo così che l’appalto, per una spesa inferiore, fu offerto al Caruso il quale, essendo cittadino possidente, dava maggiori garanzie mentre per tacitare l’Urciuoli gli fu proposta l'assegnazione e la carica di guardia daziaria. Una serie di accadimenti e l’entrata in scena di una nuova amministrazione comunale complicheranno la controversia e porteranno la questione in tribunale.
(Raffaele Sarti e Giuseppe Sabatino)
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