Comitato esecutivo per la commemorazione del primo centenario delle cinque
giornate di Avellino (1820-1920), I moti costituzionali del luglio 1820…, Avellino,
1920
Dopo il decennio francese (1806/1815), con la restaurazione e il ritorno sul trono di Ferdinando I, l’imposizione di nuovi tributi ma soprattutto l’aspirazione ad un regime costituzionale, fra l’altro promesso da re nel proclama di Palermo del 1815, infiammarono pesantemente gli ambienti carbonari e massonici, particolarmente attivi nel Principato Ultra. Il perdurare di un ristagno economico, il consolidamento di anacronistici privilegi e il fallimento di un astuto progetto, secondo il quale si sarebbe dovuto imprigionare, nel palazzo della Prefettura, re Ferdinando II, diedero vita, dal 2 al 6 luglio 1820, ad una insurrezione che ebbe inizio ad Avellino ma non vide la partecipazione della capitale Napoli; una cospirazione che negli ambienti più illuminati si sperava finisse con il coinvolgere la popolazione e le masse contadine. Tutto questo non avvenne, la repressione fu particolarmente dura e anche alcuni liberali altavillesi ne furono coinvolti.
(Giuseppe Sabatino e Raffaele Sarti)
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