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La cronaca dell'8 settembre 1943 in una inedita testimonianza delle distruzioni e dei saccheggi compiuti dalle truppe tedesche nelle miniere di zolfo di Altavilla e Tufo.

 

( a cura di Giuseppe Sabatino e Raffaele Sarti )

                                         -  Biblioteca Caruso, fondo SAIM -

 

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La cronaca che appresso riportiamo, contiene informazioni di grandissimo interesse, rimaste fino ad oggi ignorate e perciò inedite, prossime alla scomparsa definitiva che soltanto il caso ci ha permesso di recuperare. Si tratta della testimonianza di quanto accadde nelle miniere di zolfo, intorno all'8 settembre 1943.

   Alle 18.30 di quel fatidico mercoledì la radio annunciava infatti agli italiani l’armistizio concluso con gli anglo-americani: l’Italia usciva da una luttuosa guerra ma entrava in un sanguinoso conflitto con i tedeschi, suscitando in essi dure reazioni che provocarono in molte parti del Paese lutti e atrocità, in altre, devastazione e saccheggi.

   E’ ciò che avvenne nelle miniere di zolfo di Altavilla e Tufo dove le truppe tedesche, nei giorni seguenti l’armistizio, compirono razzie di ogni genere ma provocarono soprattutto pesanti danni alle strutture. Questa che segue, è la cronaca di quei giorni, contenuta in una preziosa "minuta"  giunta a noi senza firma, indirizzata agli amministratori della SAIM, tesa ad ottenere dallo Stato il risarcimento dei danni causati dalla guerra. Alla cronaca è accompagnata una dettagliata stima dei danni, contenente l’elenco dei macchinari messi fuori uso dai tedeschi, l'elenco delle razzie compiute nello stabilimento e dei guasti provocati alle ferrovie, al ponte sul Sabato e tanto altro. Una narrazione intensa e palpitante che procede dal 5 settembre 1943 fino al febbraio dell’anno successivo, permettendoci di conoscere da vicino particolari esclusivi di quei tragici giorni.

 

 

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Ill.mo Sig. Presidente e Consiglio Amministrazione S.A.I.M

Benevento

   Il disservizio nelle lavorazioni, ebbe inizio dal giorno 5 settembre 1943 a causa delle continue interruzioni di corrente od allarmi e bombardamenti in prossimità delle centrali di erogazione della SEDAC, e per l'inevitabile nervosismo della maestranza, scossa dalle notizie, spesso esagerate che si propagavano in maniera sempre crescente, ed alla preoccupazione dei frequenti allarmi comunicatici della DICAT, segnalati a mezzo suono di sirena.

   Il giorno 13 Settembre, le truppe Tedesche che fino a questo giorno erano solo di passaggio, incominciarono a sostare in Altavilla ed in Miniera.

   Difatti un reparto di motociclisti vi stabilì l'accantonamento sotto il capannone di fronte all'imbocco della Miniera Capone, con un servizio di vigilanza ed il coprifuoco dalle ore 21 alle ore 6.

   Il giorno 14 gli apparecchi Americani bombardarono la vicina località Ciardiello. Dal predetto giorno 5 Settembre, per sopperire alla mancanza assoluta di energia elettrica, disponemmo per il funzionamento di un gruppo Termo-elettrico "Diesel” per avere la possibilità di eseguire l'eduzione dell'acqua dalla Miniera e per una lavorazione sia pure ridotta nelle officine.    Il personale venne così automaticamente a ridursi a poche unità ed adibito ai servizi che, abbandonati, avrebbero compromesso seriamente la vita del giacimento minerario.

   Il giorno 16, con l’aggravarsi della situazione, si dispose la costruzione di cuccette a due piani, in legno, nella galleria dell'imbocco Capone, allo scopo di poter rifugiare le famiglie del personale abitante nel cantiere ed eventualmente quelle dei nostri operai. Difatti, molte famiglie di operai vi trovarono rifugio ed in pochi giorni il numero dei rifugiati salì a circa trecento persone, regolarmente elencate nominativamente, e controllate da speciale servizio di vigilanza appositamente comandato.

La mancanza assoluta dei mezzi di trasporto, ed il disorientamento degli uffici preposti all'alimentazione, la chiusura di tutti i molini a cereali, per mancanza di energia elettrica, ci pose di fronte al problema di una qualsiasi soluzione urgente per non rimanere completamente privi di alimenti, noi e la popolazione di Altavilla. Si provvide così ad impiantare nella centrale idroelettrica il piccolo apparecchio di molitura per foraggi “Macinatutto,, da Voi acquistato, ed iniziammo, lavorando a tre turni, la molitura del grano e del granturco. Fu questa una soluzione di grande giovamento per la popolazione che, letteralmente affamata, non sapeva più a quale espediente ricorrere per procurarsi gli indispensabili alimenti. Preposto a tale lavoro di impianto e di esercizio fu il caporale elettricista Francesco Bruno, il quale si prodigò con enormi sacrifizi, rinunziando a riposo e trascurando perfino la famiglia terrorizzata della presenza delle truppe Tedesche che gli svaligiarono completamente la casa.

   Il giorno 20, squadre di guastatori Tedeschi, si presentarono alla stazione ferroviaria iniziando, a mezzo di brillamento di mine, la distruzione dei vagoni ferroviari, binari, scambi, apparecchi telefonici e telegrafici.

   Il giorno 23 iniziarono i lavori di posa delle mine per la distruzione dei ponti, ferroviari e stradali, ed in numero sempre crescente, si fermavano nelle campagne circostanti.

   Il giorno 27, mentre il grosso si spostava verso lo Stretto di Barba, squadre di guastatori invasero lo stabilimento, e sebbene il Direttore che parlava il Tedesco, si prodigasse oltre ogni dire per evitare guai agli impianti, iniziarono il saccheggio nella foresteria e degli Uffici, dai quali per vera fortuna, avevamo già asportati e messi al sicuro i documenti più importanti, macchine da scrivere, calcolatrici ecc.

   Il giorno 28, mentre una parte dei guastatori continuarono a sostare nella nostra Miniera, gli altri si recarono alla Di Marzo, ed iniziarono l'opera di distruzione con brillamento di mine che durò fino al giorno 29.

   Il giorno 29, i guastatori di stanza nello stabilimento, scassinarono il magazzino della tela asportandone numerose pezze.

   Lo stesso giorno 29, alle ore 18, la squadra guastatori della Di Marzo, sfondarono il muro di divisione e penetrarono nel nostro stabilimento. Fecero saltare, con schianto pauroso, una delle paratoie all'incile sul fiume Sabato.

Il Direttore prima dell'imbrunire dello stesso giorno, ordinò la rimozione della rimanente tela che, caricata sulle piattine, con fulminea rapidità, venne trasferita sul maneggio della galleria Sociale, guardata da personale di fiducia.

   Il mattino del giorno seguente, guastatori, con fucile mitragliatore, ordinarono al Direttore di indicargli il posto dove era stata nascosta la tela; si recarono sul posto asportandone altre 10 pezze.

In totale asportarono ml. 6.790 come da verifica eseguita.

   Alle ore otto del 1° Ottobre, continuarono, inesorabilmente, l'opera di distruzione facendo saltare le macchine dell'officina della Sociale, il trasformatore e relativo impianto, i ventilatori del forni fusori, l’impianto di grigliatura, ed in ultimo il viadotto della ferrovia.

   Il giorno seguente, 2 ottobre, possenti detonazioni distrussero completamente l'impianto della cabina della Centrale del Molini, danneggiando anche il fabbricato, la turbina del Dorst, l'impianto della Centrale Termo-elettrica, tutte le macchine in officina con danneggiamento al fabbricato, la paratoia ed il muro di delimitazione della vasca di carico del molini e Centrale idroelettrica provocando la fuoruscita dell'acqua che invase la strada ed il piazzale, facendo franare il muro sovrastante al canale di scarico, in prossimità della casa del sorvegliante Scotti.

Con mazze di Ferro, spezzarono pulegge ed altri congegni dei molini Pellizzari e rovinarono l'apparato motore della macchina a vapore specie nella parte delle valvole di alimentazione e di scarico.

   Alle ore 19 circa dello stesso giorno, fecero saltare la catasta di zolfo in pani in prossimità del magazzino merci e, mentre nella notte, l'incendio divampava con pericolo di attaccare il fuoco anche al parco legname, tanto che se ne decise lo spegnimento, si udirono forti detonazioni che demolirono il ponte del Santi, ponte Mancini,ed il ponte della Ferrovia.

Subito dopo, i guastatori cinque autoblinde e due camion con mitragliatrici pesanti, rimaste a protezione dei guastatori stessi si ritirarono.

   Durante questi giorni di ansia continua per la sorte della Industria, avemmo vicino, sempre presente a se stesso e sempre pronto al consiglio e alle parole di conforto, il Rag. Edoardo Mainella che, sprezzante del pericolo che di giorno in giorno diventava sempre più crescente, scendeva in Miniera nelle prime ore del mattino, rientrando a casa, in Altavilla, all'imbrunire. E per la verità, non vi rinunziò neanche il giorno 28 settembre che i Tedeschi gli imposero con violenza di tornare indietro; egli facendo finta di ubbidire, attraversò la campagna e raggiunse la Miniera.

   Il giorno 3 ottobre, riuniti dal predetto Direttore Amministrativo Rag. Mainella, si concordò un piano di sgombro delle macerie, recupero dei materiali, e riparazioni dell'apparato motore della macchina a vapore; unica possibilità per avere in breve tempo l'energia elettrica sufficiente per l’eduzione dell'acqua dal 6° livello già invaso per una altezza di 50 cm circa.

   Ed il giorno 4 ebbero inizio i lavori con adeguate squadre di operai, al pagamento dei quali, si provvide con l'emissione di Buoni fiduciari, regolarmente riconosciuti dai commercianti di Altavilla.

   E così continuarono nei giorni successivi i lavori di sgombro, riordino e ripristino, ed il giorno 14, con l'energia prodotta dalla macchina a vapore accoppiata ad uno degli alternatori salvati e riparati, in parallelo con la centrale idroelettrica della Marino, ebbe inizio l'eduzione dell'acqua dalla Miniera, sospesa il 26 settembre. su un turno di 24 ore perchè l'acqua aveva raggiunta ben m. 1,50 di altezza in tutto il 6° livello. Intanto l'impresa Villani iniziò la ricostruzione dell'opera idraulica della chiusura del canale di carico; la nostra squadra di muratori la ricostruzione della paratoia all'incile e la rimessa a posto dei tetti sconvolti, mentre la Impresa Bottiglieri-Fogliese, la ricostruzione su nuovo progetto della Centrale idroelettrica dei Molini.

   Il giorno 3 novembre l'acqua è completamente prosciugata ed hanno inizio lavori di riparazione dello sesto livello.

   Il giorno 5 novembre hanno inizio anche i lavori di riordino della sezione 22 del quinto livello.

   Il giorno 11 novembre incomincia lo sgombro ed il recupero dei materiali al locale compressori Sociale e all'officina attigua. Le costruzione dell'albero di trasmissione per azionare il Dorst con la turbina dei Delille Gialli.

Il giorno 12 novembre la Ditta Villani dà ultimato il lavoro di sbarramento del bacino di carico della Centrale idroelettrica e nello stesso giorno si provvide al montaggio delle paratoie con relative manovre ricostruite nelle officine.

Mentre proseguono i lavori innanzi accennati, si intensifica la riparazione dell'impianto grigliatura e la sistemazione della galleria di imbocco della Capone, la discenderia di transito degli operai in più punti franata, la manutenzione del riflusso del Predaro, galleria 4° livello, per riprendere i lavori dello sconfinamento.

   Il giorno 16 novembre ha inizio la molitura del minerale con gli apparecchi del N° 2, ed i1 giorno seguente con il N° 1, mentre si provvede alla manutenzione del Dorst.

Si intensificano i lavori di completamento delle opera murarie e manutenzione dei forni, e si provvede al trasporto del minerale ai molini.

   Il giorno 16 dicembre incomincia l'estrazione del minerale ricco per la molitura, perforando a mazzetta.

   Il giorno 17 l'impianto grigliatura torna completamente efficiente e si intensifica la frantumazione del minerale.

L'officina meccanica provvede alla revisione del compressore dell'interno e l'officina elettrica al motore di HP. 80 ed i1 giorno 28 ha inizio la perforazione con aria compressa limitata nelle ore di minore punta, a causa della insufficienza dell'energia elettrica.

   Il giorno 7 gennaio entra in produzione anche il molino Dorst.

   Il giorno 16 febbraio si accendono i forni Capone Nuova, dopo aver sistemato alla meglio, nella centrale idroelettrica, l'unico alternatore rimasto quasi in buono stato nella centrale termica.

   E così di giorno in giorno, le sistemazioni e riparazioni procedono con ritmo crescente, malgrado le difficoltà di deficienze di macchine d'officina e all'approvvigionamento dei materiali necessari.

   Nella faticosa opera di ricostruzione e riordino, avemmo costantemente e validamente vicino Vostro fratello sig. Vulure il quale fu largo di consigli, di incitamento e ci spianò la via irta di difficoltà; con la sua approvazione e l'appoggio ragionato ed incondizionato.

Tutta la sua esperienza ed il suo ascendente si appalesò prezioso ausilio per la rinascita dello Stabilimento, ridotto ad un cumulo di macerie.

La via percorsa nel lavoro di ripristino e riordino è stata estremamente faticosa e senza soste; le ore di riposo limitate al puro necessario.

Nei pochi prescelti non mi fu mai sfiducia per il buon esito del lavoro, che aveva lo scopo di risollevare l'industria dal feroce e deprecato disastro, e ridare lavoro elle maestranze disoccupate.

Solo la deficienza dei materiali ha messo più volte in pericolo la continuazione del lavoro produttivo, difficoltà superate per il prezioso ausilio del sig. Ing. Ciapparelli e del Cav. Angelo Molinari che si sono adoperati in maniere veramente apprezzabile per ridare l'ossigeno necessario alla vita della nostra Industria così gravemente sinistrata, sollevandoci da un onere non indifferente e di indubbia riuscita per mancanza di conoscenze idonee a superare determinate difficoltà.

   Allego copia della perizia dei danneggiamenti subiti, che servirà meglio a lumeggiare i presenti appunti, che ho creduto mio dovere raggruppare per Voi.

   E’ necessario, sig. Presidente, soffermarsi seriamente appena lo crederete opportuno, sul da farsi per una produttiva campagna 1944 – ‘45. Con stima.

 

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