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Perizia di stima di Vincenzo Vardaro per l'alienazione e la permuta di alcuni

immobili di proprietà comunale. Anno 1888

 

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      Pubblichiamo in questa sezione una interessante perizia di stima attraverso la quale ci è data possibilità di conoscere una serie di dati e d'informazioni relative all'uso e destinazione di alcuni immobili menzionati di frequente nei documenti d'archivio come ad esempio la vecchia dogana. Si tratta della messa in esecuzione della delibera di Consiglio Comunale, datata 24 ottobre 1888, con la quale viene incaricato il tecnico altavillese, Geometra Vincenzo Vardaro, ad effettuare una valutazione di alcuni immobili di proprietà comunale .

   Una serie di necessità, tra cui l’abbattimento dell’antica fabbrica della Chiesa di San Pietro, la sistemazione del relativo sito e soprattutto i problemi connessi alla passata epidemia di colera del 1887, indussero infatti il Comune di Altavilla, per la necessità di reperire risorse, a deliberare la vendita di alcuni immobili che, nei primi anni dell' 800, erano passati di proprietà comunale. Ciò era stato possibile a seguito dell’abolizione della feudalità e grazie alle leggi eversive che, una volta introdotte da Napoleone e poi confermate con l'Unità d' Italia, permisero al nuovo Stato l’incameramento dei beni ecclesiastici, alcuni dei quali furono appunto devoluti al Comune di Altavilla, così come avvenne in tantissimi altri paesi.

      Il documento testimonia, fra l'altro anche quali siano state le strategie relative all'acquisizione e al consolidamento del patrimonio demaniale del Comune, strategie messe in atto dalla classe dirigente politica locale, nella seconda metà dell' 800.

I beni del demanio comunale da alienare erano i seguenti:

A ) - il vecchio forno (oggi bar “borgo vecchio”) ;

B ) - la bottega al Largo Piazza (confinante con rampa Annunziata);

C ) - l’antica dogana alla Via Fontana (oggi garage privato);

D ) -  l’attigua bottega ad uso di farmacia (oggi garage privato), confinante col macello (oggi tabaccheria);

E ) - le due botteghe al Largo Piazza (terranei che  in passato appartenevano ai camaldolesi, utilizzati e adibiti, fino ad un recente passato, per la vendita di materiali edili, in “Piazza F.lli Severini”).

   Gli immobili privati, da acquisire tramite acquisto o permuta, e per i quali era stata altresì richiesta una valutazione ed un'apprezzo al Geometra Vincenzo Vardaro,  erano invece  i seguenti:

A ) -  la casa di Stefano Perrotta, ovvero i due ambienti, oggi di proprietà comunale, situati al piano terra del Palazzo de Capua ;

B ) - il terraneo di Bartolomeo Crescitelli, adiacente con l’antica via dell’Ospedale;

C ) - il terraneo di Salvatore Crescitelli, confinante con l'immobile precedente ;

D ) - il terraneo di Ignazio Cecere (oggi negozio “Tartaglia” ).

   Sappiamo per certo che alcuni dei locali di proprietà comunale non furono venduti in questa occasione (1888) ma successivamente, ovvero tra il 1937 / 38 con il metodo " ad estinto di candela".

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PeriziaStima localicomunali 1889 00001