Eredità familiari ad Altavilla in un contratto notarile del 1703
( a cura di Giuseppe Sabatino e Raffaele Sarti )
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L’atto notarile che qui si riporta è contenuto nei protocolli del Notaio Domenico Giordano di Altavilla, anno 1703. Il documento è di particolare interesse perché contiene termini antichi e soprattutto riferimenti a tecniche costruttive abitative oggi scomparse. A motivo di ciò crediamo utile riportare alla memoria questo patrimonio di vita materiale perché concepito all’interno di una tradizione che viene da molto lontano.
Altro motivo di interesse è che il documento testimonia il permanere di una mentalità che ancora sopravvive nel primi anni del Settecento e che guarda alla donna come soggetto al quale, nella vita materiale di tutti i giorni, non è di fatto riconosciuta piena autonomia. Non è certamente un caso, anzi conferma quanto riscontrato in molti documenti notarili, se la protagonista femminile, qui descritta, pur avendo completa titolarità giuridica e legale, ci appare tuttavia sottomessa ai fratelli i quali assumono quasi la veste di garanti di una intermediazione necessaria a rappresentarla di fronte al notaio. Elementi i quali confermano ancora una volta che la donna, in qualità di moglie, figlia o sorella avesse poca considerazione al di fuori del focolare domestico, specialmente in occasioni particolari della vita quali il matrimonio o la stipula di un atto notarile.
In generale, infatti, il destino della donna, fatte le debite eccezione nelle classi elevate, aveva poche varianti: o sottomessa al marito in quanto moglie o sottomessa alla Chiesa in quanto monaca. Va anche detto però che non mancano esempi di grande coraggio e autonomia di cui furono protagoniste, in passato, alcune giovani donne altavillesi delle quali vi è testimonianza in alcune interessanti fonti d’archivio.
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Alla presenza del Notaio Domenico Giordano, compaiono Angela Cirello, vedova di Ascandio Carbone, ed i fratelli Miccho e Sebastiano.
Motivo della convocazione e della stesura dell’atto è la divisione dell’eredità, lasciata dai genitori dei comparenti, Domenico Cirello e Grannoia Giglio.
L’accordo stipulato, è di questo tenore :
Ad Angela viene ceduta una selva in località Santa Maria di Tora sulla quale grava un censo a favore della laical Cappella di San Bernardino in annui carlini otto (una bella sommetta!), una casa quasi diruta vicino la Chiesa della Ss.ma Annunziata franca (ossia senza aggravio di alcun censo), un territorio a carnocisi…..per il prezzo di docati cinquanta “…. avuto quale dote dalla Confraternita di San Bernardino…..” ed un materasso di lana “….quali beni essa Angela confessa ……averli già ricevuti in tempo (che) contrasse matrimonio con il suddetto Ascandio Carbone (marito)…..”
".....Versa vice (viceversa) li suddetti fratelli Miccho e Sebastiano….. se pigliano e ricevono …… una casa…. con orticello contiguo …..di quattro membri… cioè tre superiori ed uno inferiore ….. nel luogo detto la pedarina seu lo fornillo ….. franca …. coverta di scandole (1), mal ridotta, poco habile ad abitazione, hoggi ridotta in miglior forma (2)……. tanto in risarcire la capriata di pinci (3), come appare….. per fedi fatte dalli fabbricatori e mastri dalla nota rilasciata da Mastro Antonio Balzamo e Donato Iasiello, li 29 agosto 1700.
La nota delle spese sostenute per gli accomodi eseguiti sull’abitazione, è all’incirca la seguente:
“…In primis per la spesa della fattura (manifattura, lavorazione) di quattro canne (4) di fabbrica nova dalla parte di vascio, da terra sino incimma, alla ragione (ossia al costo) di carlini 12 la canna, importano (comportano una spesa di) ducati quattro e carlini 8;
….. In più, per pavimento seu astrico novo abbascio al cellaro sottano (5)…..ducati quattro;
….. e più un travo novo di castagno seu sarcenale (6) di palmi 28 di lunghezza per sotto la traviata di vascio che cadeva…. ducati due (7);
….. e più per aver posto i sodarini novi (8) nelli due valconi con l’astrico novo sopra la casa focara …. docati due (9);
…..e più per averci posa 1200 imbrici novi sopra la casa che era discoperta per tutto vi erano alcune scandole che erano intiere e fracite e si coprì con detti imbreci…. docati sette e carlini due;
…. e più per due giornate nostre (cioè dei fabbricatori) ad armarla e coprirla e manipoli (ragazzi, garzoni)….. docati uno (10);
…. e più postoci capiattoni novi (gattoni esterni)…. docati tre ;
…. in altro per aver posta una finestra nova nella detta casa focara che se alza per carlini sette, cavalli tre e grana dieci;
…. finalmente per aver posto un'altra finestra anche nova dentro la camera conseguente, s’alza per carlini cinque, cavalli due e grana dieci;
Quali spese sono ascennute alla somma di ducati venti quattro e tarì uno ut infra.
Seguono le frasi di rito e le firme con il segno di croce.
1) La copertura in scandole di legno ci riporta ad una tradizione costruttiva locale, utilizzata anche in altre aree dell’Italia, molto antica e ormai in disuso o abbandono. Si tratta di tetti coperti da tavole di castagno, abbastanza spesse, di lunghezza varia, lavorate con delle scalanature per favorire lo scorrimento dell’acqua sulla falda. La posa in opera avveniva utilizzando due strati di scandole, alternati e sovrapposti. Questo modo di costruire il tetto ci induce a ritenere che in passato - nel vecchio borgo di Altavilla- le falde di copertura delle case, così come si può vedere laddove questa tecnica costruttiva ancora sopravvive, dovessero presentarsi, a differenza di oggi, con una pendenza molto accentuata al fine di evitare infiltrazioni di acqua piovana.
2) casa ridotta in miglior forma ossia riparata ad arte, nel modo dovuto.
3) Pinci ossia coppi, un tipo di tegole che si utilizzano ancora oggi sui tetti sovrapponendo coppi ad altri coppi oppure sovrapponendo coppi ad embrici.
4) Una canna equivaleva a 18,5 metri cubi; nel nostro caso si tratta quindi di circa 74 metri cubi di muratura.
5) Il cellaro sottano corrisponde alla cantina.
6) Sarcenale può significare -metaforicamente- uomo robusto oppure serpente ma nel nostro caso indica l’architrave o meglio la trave maggiore o cimale del tetto.
7) Un palmo corrisponde all’incirca a cm. 25.
8) Sodarino sarebbe il solaio del terrazzo esterno o loggiata.
9) Casa focara sta per casa provvista di camino e “fornacelle per la cucina”.
10) Tolte le spese per i manovali o manipoli, il prezzo pagato a ciascun “mastro fabbricatore” per due giornate di lavoro equivale a circa 35/40 giornate di lavoro pagate ad un bracciante agricolo del tempo.