Beni ereditari nella tradizione consuetudinaria dell'élite urbana altavillese : l'istrumento
di divisione e donazione tra Federico Capone e germani, 1876.
Il documento qui riportato contiene l’istrumento di divisione e donazione tra Federico Capone, scopritore delle miniere di zolfo di Altavilla, e gli altri componenti della famiglia. Trattasi in pratica della divisione, tra fratelli e sorelle, dei beni appartenuti al comune genitore, Ferdinando Capone.
L’atto, giunto fino a noi in copia ma con gli estremi notarili di registrazione, rappresenta una testimonianza importante di una certa visione arcaica della famiglia all’interno della quale alcuni valori e certi vincoli sono sopravissuti per lungo tempo, in maniera quasi immutata. Tra questi valori vi era sicuramente il raggiungimento di un particolare obiettivo ossia la difesa dell’integrità dell’asse patrimoniale ereditario che, ovviamente, prediligeva i figli maschi. Questo stato di cose non escludeva tuttavia gli altri componenti della famiglia, specialmente le donne, le quali venivano copiosamente liquidate con rendite e vitalizi che permettevano loro di vivere in maniera dignitosa, nel rispetto di quel vincolo tra onore e patrimonio che si esprimeva in un virtuoso e costante circolo di auto legittimazione.
Questo contratto notarile diventa quindi una fonte preziosa per mettere in luce aspetti della storia e della vita di una certa èlite urbana altavillese dove la figura del figlio maschio diventa non solo protagonista, in quanto maggiore beneficiario delle volontà testamentarie, ma diventa anche lo strumento attraverso il quale si rende possibile tenere sotto controllo e foggiare la famiglia erede anche nelle sue condotte future. La fonte qui riportata contiene, infine, l’elenco di numerosi beni e immobili, la cui minuziosa descrizione offre un contributo prezioso per la conoscenza e lo studio della toponomastica storica locale (si veda l’etimo Roccabascerana).