Viale Degli Eroi Altavillesi
Denominazione |
Fonti documentarie |
Descrizione e motivazioni |
Viale Degli Eroi Altavillesi |
Deliberazione del Consiglio comunale n. 4 del 15 febbraio 1951 |
“……Considerato che sul versante sud del centro abitato sta sorgendo un nuovo rione di fabbricati in seguito alla costruzione di varie palazzine per la classe operaia a cura e spese dell’INA Casa. (1), ………Ritenuta la necessità di dare intestazione alla nuova arteria stradale che viene a crearsi; ………Considerato che si ravvisa l'opportunità di intestare la nuova arteria agli eroi di tutte le guerre, nativi di Altavilla Irpina, che hanno immolato la loro vita per la grandezza della Patria, non ancora ricordati, in questo Comune con un attestato del genere……. Delibera provvedere all'intestazione della nuova strada con la denominazione di Viale degli Eroi….” (A seguito di rilievi da parte della Prefettura, con delibera n. 7 del 24 aprile 1951, la denominazione viene meglio completata in Viale degli Eroi Altavillesi ). |
(1) Negli Stati Uniti il rapporto Hoffman critica duramente l’intenzione dello stato italiano di utilizzare parte dei fondi del Piano Marshall per sostenere il cosiddetto “Piano Fanfani”, tradotto poi nel Piano Ina-Casa. Per l’Europa e per l’Italia il piano di finanziamenti americani per la ricostruzione, dopo la seconda guerra mondiale, è fondamentale per uscire dalle macerie in un lasso di tempo che appare quasi miracoloso. In tutti i paesi gli aiuti Marshall vengono investiti dagli Stati con una politica di spesa e di interventi straordinari che fanno da volano alla crescita, secondo le regole della teoria keynesiana. In Italia questo meccanismo è applicato con assai maggiore timidezza. Certo c’è il piano casa di Fanfani, ma il governo usa con grande cautela gli aiuti Marshall tanto da attirarsi le critiche degli stessi esperti statunitensi. Sono molte le ragioni di questa prudenza che porta a tesaurizzare i finanziamenti per colmare le casse vuote dello Stato. Tra queste va sottolineato il pessimismo comprensibile di una generazione che ha già vissuto sulla sua pelle due guerre mondiali e teme l’arrivo di una terza. Non si può darle tutti i torti se si pensa che 5 anni dopo la fine della II guerra mondiale, i cannoni hanno ricominciato a tuonare in Corea. |