Via Antonio Gramsci
già Via Avellino
già Strada Pizzo del Muro
Denominazione |
Fonti documentarie |
Descrizione e motivazioni |
Strada Pizzo del Muro |
Catasto onciario del 1742 |
Il toponimo Pizzo del Muro è menzionato nel catasto del 1742. |
“….Questa strada comincia dall’estremità superiore della Strada Delle Pietre e, dirigendosi verso sud-est, termina all’estremità dell’abitato ove biforca con due strade esterne a sud-ovest e a sud-est sotto lo stesso nome. La sua lunghezza è di metri 106,00 e larga nel punto di partenza metri 8,20. Nel mezzo misura metri 9,70 e all’estremo m. 5,78….”. |
||
Via Avellino |
Deliberazione del Consiglio comunale n. 23 del 22 novembre 1948 |
Il Sindaco (G.B.Agostino Fabrizio) ricorda al Consiglio che nell’elenco delle vie comunali esiste una Via Avellino-Orni e propone che diventi solo Via Avellino mentre il lato destro della stessa via assuma la nuova denominazione di Via Montevergine. |
Via Antonio Gramsci |
Deliberazione del Consiglio comunale n. 4 del 23 aprile 1947 |
Su proposta del Consigliere Tartaglia Nunziante: Il tratto di Via Avellino, ad iniziare dall’innesto con Corso G. Garibaldi fino all’incrocio con Via Montevergine, assume la denominazione di Via Antonio Gramsci. |
Pizzo del muro è un toponimo descrittivo, utilizzato per la presenza in sito di un manufatto oggi quasi del tutto scomparso ossia il muro che delimitava e racchiudeva un terreno di proprietà di Montevergine. In pratica si trattava di un’area abbastanza estesa che circondava l’antica Chiesa di San Pietro e Paolo, annessa al priorato verginiano di Altavilla (attuale sede del Comune). L’area recintata comprendeva a grandi linee, lo spazio attualmente denominato “Largo Angelo Caruso“ insieme a quello oggi occupato dai caseggiati una volta di proprietà Caruso e d’Agostino. Ultima testimonianza superstite di questo muro in tufo è ancora visibile in Via De Sanctis (venendo da Via Gramsci e imboccando via De Sanctis, il vecchio muro si trova a circa cinquanta metri, sulla destra). In passato, il territorio circostante pizzo del muro, nella parte alta, quella oggi denominata Via de Sanctis, si presentava coltivato a noccioleto, così come descritto in un inventario del 1610 (e successivi) della Confraternita del Corpo di Cristo, nel quale si legge : nocelleto…sito….nel luogo detto lo pizzo dello muro…… L’area più a valle di questo territorio, quella oggi occupata dalla piazza Giovanni Paolo II, era invece coltivata a vigna, com’è riportato in alcuni atti notarili (inventari) del 1652, del 1687 e soprattutto nel catasto onciario del 1742, nei quali si legge di un… territorio con vigna ...dove se dice lo pigno...et proprio dove se dice lo puzzo della venuta...iuxta lo monasterio predetto, iuxta la croce et iuxta accanti detto monasterio iuxta l’orto della SS.ma Annunciata. Da questi documenti appena accennati e da altre fonti d’archivio sappiamo che davanti il monastero, là dove oggi ha inizio Corso Garibaldi, vi fosse una piccola edicola con la croce (nel gergo comune la croce stava sempre ad indicare una strada che si divideva in più tronconi), posta nel muro del monastero cui abbiamo fatto cenno in precedenza. Nella parte retrostante la Chiesa di San Pietro e Paolo, là dove oggi ha inizio il breve tratto in salita che collega Viale San Francesco con Via de Sanctis, vi era invece un pozzo che i monaci avevano fatto costruire per il ristoro dei viandanti (il pozzo esisteva fino agli anni ’80), poco lontano dal quale, nella parte alta della salita, sorgeva un maestoso albero di pino che generò il toponimo pigno, oggi scomparso. ( Le fonti sono in : Biblioteca Caruso. Inventari della Confraternita del Corpo di Cristo ; Catasto onciario di Altavilla 1742 / 1752). Antonio Gramsci: - Uomo politico e pensatore (Ales, Cagliari, 1891 - Roma 1937). Membro del PSI e fondatore de L'Ordine Nuovo (1919), fece parte dell'esecutivo dell'Internazionale comunista (1923). Divenuto segretario del Partito comunista d'Italia (PCd'I) e deputato (1924), affrontò la questione meridionale, indirizzando la politica dei comunisti verso l'unione con i socialisti massimalisti. Nel 1924 fondò il quotidiano politico l'Unità, organo del PCd'I. Per la sua attività e per le sue idee fu condannato a venti anni di carcere (1928). Il suo pensiero politico, espresso anche nei numerosi scritti, si articolò in una rilettura globale dei fenomeni sociali e politici internazionali dal Risorgimento in poi, che lo portò a criticare per la prima volta lo stalinismo, a teorizzare il passaggio dalla "guerra di movimento" alla "guerra di posizione", a formulare i concetti di "egemonia" e di "rivoluzione passiva". Per la statura del suo impegno intellettuale e politico è considerato una tra le maggiori figure della prima metà del Novecento italiano. |