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IlPopolo 17 5 1950

 

ALTAVILLA. IRPINA, 16.

“E' lecito che il capriccio di uno debba prevalere contro quanto ha stabilito un organo tecnico, qual'è il Genio Civile, e si debba, - per un capriccio! - scindere l'unità del sorgente quartiere operaio in due zone opposte e lontane?”

Evidentemente la domanda è rivolta al Sindaco ins. Agostino Fabrizio, l’unico e solo che per capriccio si oppone alla costruzione dell'INA-CASE in località, diversa da quella sulla quale sono sorte le abitazioni popolari.

Infatti, gli operai della SAIM, ai quali dovranno essere assegnate le costruende abitazioni, attraverso un “Referendum”, hanno chiaramente manifestato la loro volontà a che i loro alloggi sorgano in una zona solatia e salubre e non in località “Fossa dei Lupi” completamente a bacio e soggetta ad alluvioni.

   Come si può parlare di malumore per la scelta del terreno edificatorio se 400 operai l'hanno approvata? Disapprovata, invero, fu la scelta del terreno prescelto per le Case Popolari.

Infatti, in quell'occasione, fu presentata una mozione al Prefetto da un centinaio di cittadini tendente ad ottenere che le Case Popolari venissero costruite in un luogo più elevato e non in un avvallamento.

   Allora il capriccio di uno solo trionfò, poichè al Segretario della Democrazia Cristiana venne posto il dilemma: “Volete che le case si costruiscano in località Fossa dei Lupi, oppure volete che non si costruiscano affatto?”

Ma basta coi capricci di uno solo, ci s'inchini democraticamente di fronte alla volontà di chi lavora e di chi paga i contributi per l’INA-CASA.