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Il Mattino 24 1 1951

 

ALTAVILLA IRPINA, 23

   Questo Comune, molto ricco di popolazione operaia subisce da non pochi anni - e più di quanto non si verifichi in altri luoghi - il peso dil un'esasperante crisi edilizia.

   L'Istituto Autonomo delle Case Popolari, che ha sede in Avellino, si è fatto promotore della soluzione di questa crisi e in Altavilla ha preso, a costruire, attraverso due grossi edifici, un buon numero di appartamenti.

   Anche l’INA-Casa con l’impiego di un congruo capitale e l'uso di solerti maestranze è entrata in lizza, come di rinforzo all'Istituto Autonomo, onde essa già svolge, nella nostra città, una sua encomiabile operosa attività. E poiché l'ampiezza del problema poneva in prima piano la scelta di una bene adatta posizione - per la quale si richieggono pregi fondamentali, come quelli dell’orientamento, dell'estensione e della vicinanza al centro dell’abitato.

L'Ina-Casa ha inviato in Altavilla i più competenti fra i suoi impiegati. E costoro - con a capo l’ing. Guarino architetto presso l'Università di Napoli - non hanno esitato a sfruttare la stessa località che già aveva scelto l’Istituto Autonomo, e che è in prosieguo di via Giardinetto: una località aperta, dominante, e dalla quale l’occhio spazia in un panorama incantevole.

In un zona siffatta, orbene, sta sorgendo il quartiere operaio altavillese, bramato da tutto il popolo, e non è meraviglia se tutto un popolo si porta in ripetute schiere, a visitare la bella contrada.

Anche l’Autorità Scolastica è soddisfatta, ammirata della felice postura ed ha stabilito, da parte sua, di innalzare qui il caseggiato destinato alla fiorente Scuola di Avviamento Professionale, comprendendovi, come è naturale, i vari laboratori.

   Accanto all'Istituto Autonomo e accanto all’Ina-Casa è sopravvenuto nel nostro Comune anche l'Ente Zolfi Italiani. Quest’Ente - che è come una stazione appaltante dell'Ina-Casa - ha preso a svolgere la sua attività nella costruzione di case da assegnare agli operai zolfatari degli Stabilimenti della SAIM. Ma - ahi noi! - di tale Ente non possiamo dire quanto .abbiamo detto dell’Istituto Autonomo e dell'Ina-Casa, dappoiché la sua è un'impresa che si svolge in aperto contrasto con ciò che sono le esigenze di un'edilizia moderna. E’, infatti, quanto succede in Altavilla, rispetto alle case di questi lavoratori delle miniere, è un non senso. Una contraddizione. Gli è che negli ambienti del nostro Mezzogiorno - pur chiamato a nuova vita - la libertà è condizionata al prepotere d Tizio o di Caio. E valga il vero. L'Ente Zolfi aveva mandato qui, in un primo tempo un suo rappresentante nella persona dell'ingegnere Salvatore Valenti. Questi, in compagnia di un folto gruppo di cittadini, di due Assessori e del Sindaco, dopo avere scartata questa e quella località, fece cadere la sua scelta precisamente sulla zona che oggi in parte sfrutta l'Ina-Casa.

In un secondo momento l'ha rigettata. Il rifiuto è stato in seguito all'invio, da parte delle Miniere, di un impiegato per un controllo... più oculato del terreno.

Quando l’Ente Zolfi ha preferito il parere di costui - che non è né ingegnere né geometra, ma soltanto un portavoce della volontà dei Superiori - ed ha ubicato le sue case nella località che è in continuazione di Via Federico Capone non ha operato secondo un criterio obbiettivo, l'unico che avrebbe risoluto il problema di una casa conforme agli interessi ed ai bisogni del ceto operaio. Ed ha commesso un errore!

   Mille ed una ragione confermano a ribadiscono il colossale errore fatto. La stragrande maggioranza del cittadini - anche se la minaccia di una raccolta di firme vorrebbe significare l'opposto - reagisce contro la scelta di una località fuori mano, che è uno scempio - e si erge per dire la mia parola.

E la sua è una parola di protesta.

   Una parola di condanna!

   Questo complesso di ragioni che milita a favore della tesi del popolo ed é impersonato dal Sindaco poggia su una base granitica.

Le case dell'Ente Zolfi sono avulse dal centro abitato. Sorgono su un sito di risulta dove le fondamenta, motto profonde, implicano uno spreco di danaro. Non permettono un orientamento naturale - esatto! - e creano condizioni non accettabili di planimetria. Soprattutto non sono comode e l'accesso è addirittura una stortura.

Noi domandiamo ai signori dell'Ente Zolfi con quale criterio essi hanno orientato appunto la palazzina che è in corso di costruzione?!

Mentre tutte le abitazioni di Via Federico Capone guardano, come è naturale, la strada soltanto questa palazzina, invece che il suo fronte, tiene rivolto alla strada il suo dorso. Incredibilia sed vera!

   Siffatta inversione innaturale - alla Bertoldo! - è un colpo d'occhio contro ogni regola, anche la più semplice dell'estetica. E' un insulto contro ogni più ovvio postulato di una qualsiasi edilizia.

Altavilla possiede innumerevoli località per essere sfruttate agli effetti di un erigendo quartiere popolare. Scegliere questa ê stato un delitto. Se la palazzina in causa sta lì come inizio di una strada orientata nel senso della longitudine, noi affermiamo che fabbricando verso nord si c corre la necessità di una fognatura inammissibile in quanto detta fognatura poggerebbe su un piano inclinato diverso da quello su cui poggia tutta la fognatura del paese; fabbricando a mezzogiorno si va incontro ad un altro inconveniente, l’inconveniente di un terreno alluvionale nel quale le fondamenta della nuove costruzioni raggiungerebbero profondità che un criterio elementare di economia assolutamente vieta e scongiura. La ubicazione, ad ogni modo, della palazzina è sbagliatissima perchè essa sconvolge in piano l'attuale andamento stradale e non ne crea uno nuovo in armonia con il gruppo delle case, quasi limitrofe del sig. Pasquale Villani e degli eredi Giglio, nella direzione di Silviachetta.

   A conferma di quanto asseriamo contro l'Ente Zolfi ecco lo stesso Ente Zolfi che ci viene in aiuto quando indirizza al Comune una sua preziosissima lettera con cui chiede l’indicazione di una nuova area per le sue future costruzioni. Ciò è 1a prova palmare che l'attuale sito prescelto unicamente per contrastare la tesi del Sindaco, fu ed è un errore marchiano, mostruoso, imperdonabile. I milioni - frutto e stento della classe operaia - non si investono sulla base di una predilezione, ossia di un capriccio per un luogo o per un altro, ma su quella, indiscussa di un fruttuoso rendimento.

   Constatato, fa d'uopo sottolineare una patente contraddizione. L'Ina-Casa fabbrica su una località selezionata, diciamo così, dai suoi organi tecnici. Naturalmente sul valore di questa locatità essa non fa cadere alcun dubbio.

   L'Ente Zolfi fabbrica in un sito contestato dalle regole dell'arte e dalla voce pubblica. Mentre indirizza una lettera e chiede l'indicazione di una altra zone pone la condizione che il Municipio scegliendo questa nuova zona, non scelga quella già prescelta dall'Ina-Casa. La contraddizione sprizza in un motto che mortifica.

L'Ente Zolfi è una stazione appaltante dell'Ina-Casa?!...

   Se si - ed è così - come fa esso a mettersi su un terreno di palese ostilità contro l'Ina-Casa?! E l'Ina-Casa come fa, a sua volta, a permettere che l'Ente Zolfi suo organo subalterno, condanni una località da essa, fra tante altre, assolutamente preferita?

   La Prefettura è informatissima della vertenza e condivide perfettamente il punto di vista del Comune. Un suo intervento si fa palese ed è necessario. Il solo fatto che l'Ente Zolfi, perseguendo una politica di remissività, rompe l’unità del quartiere popolare - il quale gia si delinea maestoso sulle ridenti balze di via Giardinetto ed acquisterà domani, il pregio di un nuovo grande edificio con la installazione della Scuola di Avviamento; quella Scuola che accoglierà agevolmente sul luogo tutti i figli degli operai - è una cosa che deve interessare gli organi competenti.

   II nostro Comune - povero in canna - non può permettere per il suo quartiere operaio una suddivisione in più zone, creando nuove strade e nuove fognature. Chi dà i milioni?!

   La Prefettura di Avellino è i1 primo fra gli Organi competenti dello Stato ed Altavilla non è un Comune della Patagonia. La presenza di un intervento d'ordine feudale non deve autorizzare l'Ente Zolfi - ligio (e s'intende) ad una Società produttrice di zolfi - a commettere un'insania: l'insania di fabbricare case, le quali dureranno secoli, in opposizione con le regole e i dettami di un bene inteso sviluppo urbanistico. E in tema di regole e di dettami ci sia consentito rilevare, fra tanti errori, l’ultimo commesso dalla ditta imprenditrice: quello di aver costruito un muro perimetrale contro ogni rudimento delle leggi della statica, muro fatto abbattere in seguito al sopraluogo di un perito dell’Ente.

   Concludendo, noi invochiamo dalla nostra Prefettura l'intervento di una commissione d'ingegneri del Genio Civile. E questo consesso emetta un giudizio definitivo. Inappellabile. Il nuovo Prefetto Ponti - uomo di mente superiore - voglia, di grazia, avocare a se la soluzione di questo spinoso problema - il problema del quartiere unico degli operai zolfatari di Altavilla - e non consenta che, in piena democrazia, si affermi l'imperio di questo o di quello, per il quale imperio resti sviato il progresso edilizio del nostro Comune.

G. B. Agostino Fabrizio,