Oggi, per iniziativa del Presidente dell'Amm. Provinciale, avv. Angelo Scalpati, i parlamentari irpini, le autorità provinciali, le federazioni sindacali dovranno dare il loro parere sulla difficilissima questione delle miniere zolfifere di Altavilla e di Tufo.
Come già il nostro giornale ebbe a dire l'anno scorso, non v'erano vie di uscita per l'industria estrattiva irpina nel'ambio del mercato corrente.
I licenziamenti che la S.A.I.M. sbandiera sul muso delle autorità e dei sindacati non vanno pertanto intesi come un ricatto o come un gesto di spavalda noncuranza.
In realtà la crisi non è di oggi e non è bastato a niente il protezionismo spicciolo così come a niente è servito il palliativo della sovvenzione temporanea.
Il ridimensionamento dell'azienda è la logica conseguenza di un succedersi di fatti negativi per il prosperare dell’industria estrattiva. Gia da tempo se ne avvertiva la necessità.
Tuttavia niente è stato fatto.
Quando un altro sciopero minò la vita dell'azienda le autorità elargirono contributi agli scioperanti, ma non indagarono sulle ragioni vere delta crisi economica attraversata dalla SAIM.
E la cancrena rimase al suo posto. Ora il licenziamento di circa 200 minatori pone sul anco d’accusa non solo i datori di lavoro, ma anche coloro che avrebbero dovuto avere a a cuore le sorti di una attività che dava vita e benessere a due popolosi comuni irpini.
Anche nella Sicilia delle zolfare è in atto la crisi dei giallo minerale ed anche lì si va proponendo il terribile dramma. dell'incapacità di adattamento ad altro lavoro di operai abituati al duro lavoro della miniera.
Si poteva prevenire in tempo la crisi procedendo ad un'opera di riqualificazione dei lavoratori ad altre attività.
Ora, invece, della crisi pagano le spese solo i lavoratori e con essi circa duecento famiglie senza risorse.
In questo clima di grave crisi si inserisce la speculazione di certe parti politiche.
Noi conosciamo bene la vita di quei minatori.
Le paghe non erano alte. Le malattie professionali erano frequenti. Le condizioni di lavoro non erano ideali.
Però intorno all'industria estrattiva fioriva la vita di due centri. Ora, in pieno sviluppo industriale provinciale, la più antica impresa irpina sta per chiudere o per ridursi alla pigra attività marginale del solo minerale ventilato.
Non siamo dei tecnici e non possiamo pertanto proporre soluzioni.
Ci sembra tuttavia che nell'ambito delle necessità regionali l’industria zolfifera possa avere il suo. ruolo adeguato.
Crisi agricola e strapotere dei grossi gruppi produttori hanno minato alle basi l'esistenza della SAIM.
Occorre bandire le soluzioni transitorie onde evitare il riproporsi del dramma a breve scadenza.
La riunione di responsabili e parlamentari che avrà luogo oggi può essere un segno della sensibilità delle autorità provinciali per il difficile caso.
Speriamo che essa sia foriera di soluzioni atte a porre fine al grave stato di disagio. L'Irpinia non può seppellire definitivamente dopo quasi cento anni una industria che dava lavoro a cinquecento famiglie.
Peppino Pisano