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JannacchiniM topografia

Estratto da:

“TOPOGRAFIA STORICA DELL’IRPINIA"

PER

Il Parroco Angelo Michele JANNACCHINI

Vol. I p.227 e segg.

Tipografia Priore - Napoli - 1889

CAPO VI

Che si sa di S. Angiolo a Scala, Pietrastornina, Roccabascerano e Grotta-Castagnara

   Quel lembo della Valle Caudina , che si dispiega dai piè del Partenio verso Altavilla, é ancora ricca di storiche rimembranze.

   S. Angelo a Scala, con a cappello monti a dirupo, ricorda la sua origine da alcuna di quelle grance di Benedettini del tempo dei Longombardi.

   Il culto dell' Angelo del Gargano divenne ferventissimo in questa, valle, fin dal 402, quando i Beneventani coi Sipontini vennero a battaglia coi Napoletani, istigati da Odoacre. Questi si ebbero la peggio , ed i primi , attribuendo la vittoria alla protezione dell' Angelo, se lo scelsero a patrono: Succeduti ai Goti i Longombardi, questi predilessero con egual culto quell' Angelo, e nel 829 Sicono , Duca di Castoro battè monete coll' impronta del medesimo.

   In tal tempo, ai costrussero chiese, monasteri e borgate col suo nome , ed oggi ancora sussistono moltissime e ville e città, che ne conservano il nome.

   Innanzi abbiamo veduto un S. Angelo a Cerri , quasi dappresso al medesimo si trova una terra omonima, che, considerata in rapporto ai monti soprastanti , gli si da 1'appellativo di S. Angelo a Scala, chiamato ancora Scala o S. Angelo semplicemente.

   Che le suo origini siano state da alcuna grancia di religiosi si argomenta, che fino al 1678 vi è stato quivi un monastero di Benedettini, soppresso per un gran delitto dal P. Urbano VIII, e di quivi erasi, il maggiore altare che oggi abbella il duomo di Avellino.

   Questa terra, posseduta da Ruggieri dell' Aquila sotto il. re Guglielmo , fu distrutta da Federico II di Svevia , una alla vicina Altavilla ed a Capaccio. Cagione di questo eccidio fu una congiura: ordita dal Baronaggio contro del predetto; e questa, essendo stata svelata dal Conte di Caserta , i Baroni si ridussero alle detto terre , come a luoghi forti, ma sopraffatti, furono massacrati, non risparmiando e donne e fanciulli.

   Se lo ebbero diversi feudatarii, e finalmente pervenne ai Carafa, donde gli venne la gloria di aver dato i natali al Papa Paolo IV. di questa famiglia. Ciò avvenne nel 1476, sebbene non vi mancano di quelli , che lo dicono nato in Capriglia.

   Fin dal tempo poi dei Longombardi troviamo additato come castello Pietrastornina , o ciò in un Diploma del 774 , con cui Arrecchi Duca di Benevento fece dono di molte terre al tempio di. S. Sofia.

   Seguì questo castello le sorti delle terre vicine , e ricordo soltanto, come il re Renato, sorpreso da un uragano, fu costretto a pernottare nel Castello di S. Angelo a Scala, ove si ebbe bisogno vestirsi cogli abiti del castellano, essendo i suoi immollati dalle piogge, e la valigia parte perduta, e parte lasciata indietro a Summonte. La dimane, nello andar via, appressatosi a Pietrastornina fu assalito da una moltitudine di villani, e lo avrebbero ucciso , se non vi fosse stato il coraggio di un capitano francese a nome Guido che ne frenò 1' ardimento.

   In questi pressi è Rocca -Bascerano, ancora del tempo dei Longombardi , giacché nel 971 la troviamo esistente con il nome di Guascirana, mentre nei diplomi feudali è chiamato Rocca Basserana o Balsarana.

   Con Pietrastornina, detta pure Sturma, Sturmina, Sturnina, fu feudo di quei della Leonessa, sebbene questa si fosse appartenuta a Riccardo Filangieri, e nel 1271 fosse stata donata agli Stendardo. Indi sotto i re d' Aragona fu posseduta dai Della Marra, De Gennaro, Dentice, Brancaccio , e finalmente nel 1712 tornò ad essere posseduta da quei Della Leonessa.

   Nei tempi più torbidi dell' evo medio ebbe le sue origini Grotta-Castagnara, volgarmente Grottolella, o semplicemente Grotta. La fu tra lo terre dato in. dote a Matilde, o perciò, come un suffeudo di Rainulfo, la troviamo posseduta da Raone Fragneto capitano di gran valore. Anco di poi fu suffeudo dei conti di Avellino , giacché nel 1187 Ruggieri dell' Aquila arane signore, e che aveva a suffeudatario per questa terra Ruggieri di Fragneto. La si fu ancora distrutta dal re Ruggieri nel 1134 , seguendo la sorte delle terre vicine.

   La nobilissima famiglia Castagna se la ebbe di poi ; qui si domanda: fu la terra che somministrò un tal casato alla famiglia, o la famiglia Castagna, che diede un talnome alla terra? Non si può precisare, ma trovandosi cotal terra fra delle selve, rende più probabile la prima ipotesi. La si fu assai cara a Federico II, che la rese oltremodo potente, e conservò 1' antico lustro ancora di poi, giacché Giannotto della Castagna, sotto il re Ladislao, fu castellano del castello dell' Uovo.

   Sono queste le cose più di momento che si hanno delle cennate terre, e poiché le reliquie del cenobio, per S. Angelo a Scala, sono sull' erto della roccia, ci fanno pensare ai torbidi tempi in cui fu costrutto, e come la terra ci ricorda la paura dei vinti , che scappono innanzi agl' invasori (1).

(1) Il monastero fu quivi soppresso in conseguenza di un gran delitto dal Papa Urbano VIII, e di quivi fu portato in Avellino l’altare maggiore, che si vede nel Duomo.

CAPO VII.

Altavilla ed altre terre sul Sabato e delle antichità di Terranova.

   Le rispettabili antichità, che si discoprono nelle vicinanze di Altavilla fanno , che la si fosse surta sulle rovine di una, terra antica, ed hanno supposto Petilia; ma, non lo é, giacché le rovine di questa, più che noll' Irpinia, sono da cercarsi nella Magna Grecia, ed un tale asserto non é confortato da nessuno serio documento.

   V'é di certo, che si fu roba dei Longombardi, coi nomi di Alzacauda; Altacoda, o Altacunda, come si rileva da Diplomi antichi, che si leggono nel Di Meo.

   Il nome, che attualmente ha, se lo ebbe dai Normanni, e. ci ricorda Tancredi , Altavilla o Hautville padre di quella prole generosa , che gittò le fondamenta alla più storica delle monarchie.

   La vantaggiosa sua posizione la rese castello validissimo di costoro, e in quelle aspre guerre tra i Normanni, per ben due fiate si fu preso e distrutto. Ruggieri lo distrusse per la prima volta, e poi Federico II, novellamente lo distrusse, por disfarsi di quelli che, avendo congiurato a suo danno, vi si erano rifugiati , come sopra abbiam detto.

   Fin dai primi tempi degli Angioini era posseduta da Bartolomeo di Capua, e 1' Ammirato dice, che nel 1335 Roberto del sangue di costui so ne ebbe il titolo di Conte. Con non interrotta vicenda si perpetuò nella prosapia di costui la signoria di questa terra , e 1' ultimo a godere dei dritti feudali fu Bartolomeo Principe della Riccia , Duca di Airola, Marchese di Arpaia, Conte di Biccari, e di Montore o Gran Conto della terra di cui abbiamo fattoparola.

   Fra questa e Prato è Terranova, ove le antichità esumate sono state tali e tante , che molti hanno creduto , che quivi fosse stata 1' antica Sabatium. Ma le fabbriche laterizie di proporzioni gigantesche, che si vedono a piè del Terminio, ove il Sabato ha le sorgenti, ci dicono il contrario. Non ostante , che il Mommsen la pensa altrimenti, pure autorevolissimi scrittori nostrani unanimemente sostengono, che Sabazio erasi, ove innanzi abbiamo detto.

   Il villaggio di Terranova , altrimenti chiamato Fossa-cieca, si trova fin dal 1059, nel qual tempo il Papa Onorio II, donollo al monastero di S. Vincenzo al Volturno. Ma, essendo stato il suo territorio quasi sempre teatro di battaglie, ebbe per effetto la distruzione del medesimo. Nel 1453 il Conte di Gravina signore di esso, con permesso del Re Alfonso, cercò rifarlo popolandolo, mentre era ridotto appena a 12 fuochi.

   Lo stesso è a dirsi di S. Giorgio in Castel Fenicolo , S. Martino presso Torre Palazzo e S. Gennaro accosto a Benevento, i quali nel 1112 si appartenevano ad Ugone Infante, che donolli a Montecasino. Questi ancora vittime delle tante guerre, furono rifatti verso il 1347 , quando Ludovico II d' Angiò , figlio dell' imperatrice Caterina , donò a Montevergine il feudo di Cervarulo dappresso al Cubante.

   Questa contrada; oggi di poco o niun conto, fu lunghesso 1' evomedio di grande importanza storica, o fosse prima ancora. Sono quivi Chianche e Chianchetelle meschinissime borgate, eppure quante lapidi epigrafiche vi si sono trovate. Esse ricordano il tracciato dell' Appia , ed assunsero un tal nome dalla figura delle .pietre che formavano il tracciato della detta via.

   Festo il grammatico addimanda Plancae le pietre piatte e rettangolate che lastricavano l'Appia , e , poiché il popolo usa fognare le parole, avvenne, che da Plancae e Plancellae sono derivate Chianche e Chianchetelle .

   Quivi accampossi Ruggieri nello assediare Benevento , e quivi abboccossi col P. Onorio II. Nel 1128, appaciatisi tra loro, quegli si ebbe il titolo di Duca delle Puglie.

   Nell’ anno precedente Ugone di Fragneto od Ugone Infante di quivi si posero a travagliare la mentovata città; e quando un tal Guglielmo, che erane il rettore, li marciò contro, egli si fu sconfitto nel giorno di S. Martino, ed i suoi, o furono fatti prigionieri, o affogarono nel Sabato.

   Nel tempo dell' assedio testè mentovato per più fiate Ruggieri, nello star quivi , fu visitato da S. Guglielmo da Vercelli , e 1'ebbe in gran conto fino a sceglierselo per confessore. Grato a costui, gli donò il Villaggio del Cubante, ove di poi vi costrusse un monastero , ed in questo prese stanza Ruggieri. Oggi chiesa , monastero e villaggio non più esistono, tanto hanno potuto le guerre fratricide ed i tremuoti.

   Saremmo poi in gran colpa se non avessimo fatto parola di Apollosa , castello fortissimo dei Longombardi posto a cappello di un poggio, assai volte rovinato dalle armi, ma poi affatto distrutto dal tremuoto.

   Lo sì era roba di Ugone Infante nella guerra tra Rainulfo e Ruggieri; e quando parteggiò per costui, quegli gli marciò contro, e, dopo quattro giorni di replicati assalti, se lo ebbe nel 1133. Anzi questo castello, dopo la morte di Guglielmo Duca delle Puglie nel 1127, fu novellamenta stretto di assedio da Rainulfo e Beneventani uniti, e questi ultimi lo avrebbero preso e bruciato , se Rainulfo non si fosse disgiunto da loro.

   Nel proseguimento di questa guerra troviamo Ugone Infante parteggiare per Rainulfo contro Ruggieri, ma niente ci è detto di Apollosa, se fosse stata o non coinvolta nella comune sorte delle terre site nella valle in discorso, quando il fuoco, fattosi apporre dal Re fondatore della monarchia dei Normanni, ridusse ad un deserto la Valle Caudina.

   Nel 1289 la troviamo posseduta. da Emmanuele Frangipane della Tolfa assieme a Torre Fenicolo a Torrecuso ed a Fragneto ; ed ecco la cagione perchè se 1' ebbe da Carlo I d' Angió. Fuggendo Corradino; dopo la rotta di Scurcola, capitò in quel di Astura, fendo dei Frangipane i quali , riconosciutolo, lo fecero prigioniero sopra una barca, mentre era per fuggire. A premio di questa cattura, i Frangipane si ebbero i feudi sopra mentovati , ben diversi dalla piccola Astura, che prima tenevano.

   Il solo Biondo, fra moltissimi scrittori, li cerca difendere, imputando la prigionia di Corradino al barcaiuolo, ma i secoli non valgono a togliere 1' onta e la vergogna di tanto delitto che loro pesa sul capo.

   Quei della Leonessa la tennero di poi, a cominciare da Restaino, Giacomo e Luigi della Leonessa, cha la possedevano nel 1419, fino a che, per parteggiare di quei della Leonessa per casa di Aragona, Giovanni d' Angiò duca di Lorena, con quei del suo partito , mosse ai danni di Apollosa, e, postala in fiamme, la lasciarono barbaramente bruciare. La paura indusse Alfonso della Leonessa a lasciare le parti del Duca di Lorena, e perciò conservò nella sua prosapia la signoria della Valle Caudina; ed essa si perpetuò fino al 1511 , quando Giulia della Leonessa impalmò N. Antonio Caracciolo Rosso Marchese di Vico. Varii altri la tennero dopo costoro, come a dire i Ricca, i Capece, i Piscicelli, gli Spinelli, ma, tranne una vanitá, genealogica, non havvi niente altro che interessa la storia .

   Abbiamo innanzi nominato Torre Palazzo ebbene lo si fu buono castello dei Normanni preso dai Beneventani e conti alleati, solo perché, roba di Ugono Infante, di cui tanto abbiamo detto. Per effetto di queste guerre cessò di esistere una a Castel-Finocchio , e nel 1465 erasi feudo disabitato, come dalla Storia dei Feudi (1)

(1) Oggi di Torrecuso in quel di Benevento forma una frazione Torre Palazzo che si rifà sulle rovine dell’antico

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