Un'antica fabbrica sacrificata alle esigenze urbanistiche di fine '800 :
l'abbattimento della Chiesa di San Pietro e Paolo
(di Giuseppe Sabatino e Raffaele Sarti)
La Chiesa di San Pietro e Paolo, annessa all’antico monastero dei verginiani, ma più correttamente bisognerebbe parlare di priorato dei verginiani, fu edificata, insieme al resto della fabbrica, a seguito delle disposizioni emanate dal Concilio di Trento (1545 -1563 ) riguardo alle comunità monastiche, al numero dei monaci e alle loro sedi, sparse in tante piccole realtà locali.
Nel rispetto degli obblighi previsti dai decreti tridentini, la comunità monastica di Altavilla la quale, da secoli, viveva nel borgo dell’antica Altacauda, fu quindi obbligata a lasciare la vecchia casa madre e trasferirsi in una nuova sede che, per questioni di opportunità e convenienza, fu edificata su un terreno di proprietà di Montevergine. Il passo però non fu breve, le difficoltà non mancarono, soprattutto per la scarsità di mezzi sicché il nuovo priorato, fu portato a termine soltanto nel XVII secolo, grazie ad un cospicuo lascito di una pia donna altavillese, certa Giovanna Longo, la cui data di morte - 1691 - non a caso fu scolpita, ed è ancora oggi visibile, su uno stipite del portale d’ingresso della fabbrica.
A seguito delle leggi eversive emanate da Napoleone, ma successivamente confermate anche dopo l’Unità, grazie alle quali fu possibile incamerare i beni degli ordini monastici, il vecchio priorato venne praticamente confiscato dallo Stato e assegnato al Comune perché lo utilizzasse per le sue più impellenti necessità: scuola, pretura, gendarmeria, ecc.
La studiosa Angela Pellicciari scrive al riguardo di queste confische “….. Le conseguenze sociali delle leggi eversive furono anche queste : in nome della libertà 57.492 persone (ossia i religiosi e tra costoro anche il sacerdote altavillese Giuseppe Cirelli dell’Ordine di Sant’Agostino) furono privati di tutto quello che possedevano, del letto, dei mobili, del tetto, degli oggetti di culto, degli archivi, delle biblioteche, dei terreni, di tutto. Così avvenne anche per 24.166 opere pie che non più serviranno al sollievo diretto della povertà. Lo Stato solleva le sue finanze, ma i cittadini si abitueranno a vedere nello Stato un intruso da cui difendersi o dinanzi al quale rimanere indifferenti. Anche questa fu una causa del distacco degli italiani dallo Stato che usò violenza!......” ( Pelicciari, A., 150 anni dopo, Il Timone, n.95/2010 ).
Inizia da questo periodo un lento ma inesorabile abbandono della nostra Chiesa la cui fatiscenza e pericolosità, connessa alla possibilità di crollo di una parte della fabbrica, indusse il Consiglio comunale di Altavilla, nel 1889 a deliberarne l’abbattimento, ottenendo così un largo consenso popolare, soprattutto per il fatto che eliminando la vecchia Chiesa si rendeva possibile l’allargamento ed il livellamento della strada e soprattutto l’abbassamento del piano di calpestio dell’area su cui essa insisteva ( oggi : Largo Angelo Caruso ).
La delibera che segue riguarda la decisione adottata per l’abbattimento della fabbrica, decisione intorno alla quale, a parte qualche distinguo sulla opportunità di ricostruire la Chiesa nella stessa sede o fuori sito, il Consiglio comunale si espresse con larghissima maggioranza.
MUNICIPIO DI ALTAVILLA. IRPINA
ATTI DEL CONSIGLIO COIUNALE - SESSIONE STRAORDINARIA -
1^ convocazione ANNO 1889
L'anno 1888 il giorno sei del mese di Novembre al le ore 10 a/m nella solita sala delle adunanze municipali di Altavilla Irpina. Convocato nei modi e termini di legge il Consiglio comunale si è straordinariamente riunito in grado di prima convocazione nelle persone dei signori:1° Bruno Domenico Sindaco, 2°Severino Giosuè, 3° Pellegrini Avv.to Giuseppe, 4° Marini Romeo, 5° Severino Domenico, 6° Caruso Nicola, 7° Giordano Carlo, 8° Bruno Giuseppe fu Raffaele, 9° Severino Pasquale, 10° Severino Avv.to Massimino, 11° Landolfi Bernardino. Tutti gli altri signori consiglieri risultano assenti. Assiste all'odierna tornata il segretario comunale sig. Luigi Severini fu Michele. Riconosciutosi che il numero degli intervenuti è sufficiente per la legalità delle deliberazioni, i1 sig. Bruno Domenico Sindaco assuntone la Presidenza dichiara aperta la seduta ed ordina al segretario di dare lettura al Consiglio degli atti e delle Deliberazioni ............
omissis
...ABBATTIMENTO DELLA CHIESA DI SAN PIETRO
Il sig. Presidente apre la discussione sulla proposta per l'abbattimento delle mura collabenti della Chiesa comunale di S. Pietro minaccianti rovina.
Al proposito il consigliere sig. Bruno Giuseppe del fu Raffale presenta al Consiglio una petizione sottoscritta da moltissimi cittadini della quale viene. data lettura e ne è rimandata la conservazione all’archivio. Poscia viene data lettura al Consiglio della deliberazione emessa in proposito della Giunta e del rapporto fatto dall'Ufficio tecnico provinciale, comunicato a quest' Amministrazione per mezzo della Regia Prefettura con nota del di 28 Agosto 1888 Div. 2^ - n. 2243/3.
Compiuta la lettura di tali atti sorge un'animatissima discussione alla quale prendono parte diversi signori Consiglieri i quali pur convenendo tutti sulla necessità ed urgenza dell'abbattimento pel pericolo che minaccia la possibile ruina della sconnesse mura esposte come ora sono all'intemperie del tempo divergono solo nella questione della riedificazione della Chiesa per la quale alcuni vorrebbero sorgesse allo stesso posto ove è l’attuale e giusta le aspirazioni dei firmatari della petizione presentata dal consigliere sig. Bruno Giuseppe fu Raffaele e tali altri sostengono che la Chiesa sotto lo stesso titolo, deve edificarsi in punto più opportuno e conforme alle moderne esigenze della civiltà, della edilità e dell'igiene. Dopo tante discussioni e spiegazioni date dall'una e dall'altra parte e visto che altro non vi era a dire il sig. Presidente facendo uso delle sue facoltà divisa la questione in due parti, quella per l'abbattimento delle attuali mura perchè minacciano ruina e quella intorno alla riedificazione del tempio.
Perciò posto ai voti per alzata e seduta l'urgente provvedimento di abbattere la cadente Chiesa, e spiega che coloro dei signori Consiglieri i quali riconoscono la necessità di procedersi a tale abbattimento si levino, chi no resti seduto.
Si procede con undici votanti. I1 Consigliere sig. Pellegrini Giuseppe dichiara astenersi dal votare. Tutti gli altri Consiglieri si alzano per cui il sig. Presidente proclama approvata con voti dieci ed uno astenuto la proposta per l'abbattimento dell'attuale Chiesa di San Pietro minacciante ruina.
RIEDIFICAZIONE DELLA CHIESA.
Ciò posto apre la discussione sulla riedificazione della Chiesa. Dopo una breve discussione, e vistosi che le proposte e contro proposte possono generare qualche malinteso in taluni signori del Consiglio, i1 consigliere sig. Giordano prega il sig. Presidente di porre ai voti per appello nominale la massima principale della riedificazione della Chiesa. Ed i1 sig. Presidente in conseguenza invita i signori Consiglieri che vogliono la riedificazione della Chiesa di San Pietro a rispondere sì, e chi non crede necessaria tale riedificazione a rispondere no. I1 sig. Pellegrini Giuseppe si astiene come nella prima parte di questo deliberato. Si procede con numero dieci votanti. Fattosi l'appello nominale del signori Consiglieri presenti tutti rispondono si; perciò il sig. Presidente proclama approvata ad unanimità di voti la proposta di massima per la riedificazione della Chiesa di San Pietro. Dovendosi determinare il posto in cui1a novella Chiesa dovesse sorgere, nasce una nuova ed animata discussione alla quale prendono parte i Consiglieri sig. Bruno Giuseppe fu Raffaele e Caruso Nicola in appoggio delle aspirazioni manifestate dal firmatari della petizione, il sig. Presidente, il sig. Severino Pasquale e Severino Domenico in altro senso, fino a che il consigliere sig. Bruno Giuseppe fu Raffaele fa proposta per la riedificazione della Chiesa allo stesso sito dell'attuale e secondo le viste dei firma tari della petizione ed anche per ragioni di economia di spesa, ed il sig. Severino Pasquale fa controproposta che la Chiesa sia ricostruita allo stesso largo S. Pietro nel fondo del sacerdote sig. D. Giovanni Fischetti. I1 sig. Presidente mette ai voti la proposta del consigliere sig. Bruno Giuseppe per appello nominale con la spiega che quei signori Consiglieri che risponderanno sì intendesi che l'accettano, chi risponde no intendesi che rigetta la proposta Bruno e per converso accetta ed approva la controproposta del Severino. Il sig. Pellegrini si astiene dal votare come nelle precedenti altre quistioni sull'oggetto. Procedutosi all'appello nominale rispondono sì i Consiglieri sig. Bruno Giuseppe, Caruso Nicola e Severino Giosuè. Rispondono no Bruno Domenico, Giordano Carlo, Marini Romeo, Severino Domenico, Severino Massimino, Landolfi Bernardino e Severino Pasquale. I1 sig. Presidente dopo ciò proclama rigettata la proposta del Consigliere sig. Bruno Giuseppe fu Raffaele, ed approvata la controproposta del consigliere sig. Severino Pasquale con voti sette contro tre ed uno astenuto. Per l'ora tarda il prosieguo della seduta è rimandato ad oggi per le ore 6/ p.m. onde discutere ed approvare il Bilancio per il venturo esercizio 1889 avvertendosi che trattandosi in grado di 2^ convocazione sarà validamente deliberato qualunque numero d'intervenuti, indi l'adunanza è sciolta. Di tutto ciò se ne è formato il presente processo verbale che previa lettura viene approvato e sottoscritto in conformità di legge come osservasi.
IL PRESIDENTE f.to D. Bruno - Il Consigliere Anziano F.to Nicola Caruso.
( Attualmente, la delibera qui riportata non è disponibile perché dispersa o con collocazione sconosciuta. Il testo è tratto da una Copia conforme autenticata dal Segretario Comunale, Dott. Aniello Iandiorio, in data 30 maggio 1972)