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Le aste pubbliche " ad estinto di candela "nella tradizione altavillese;  pesi e misure agrarie in epoca d’ancienne régime

( di Giuseppe Sabatino e Raffaele Sarti )

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LeAstePubbliche 13 7 1816 0pg1   Questo documento rappresenta una delle poche testimonianze superstiti del modo in cui si svolgevano in passato le aste pubbliche, effettuate secondo antiche usanze ed una procedura spesso menzionata nei documenti d’archivio con la voce asta ad estinto di candela. In pratica al bando pubblico, che serviva per rendere nota alla cittadinanza la volontà dell’Amministrazione di voler dare in affitto qualche immobile di proprietà comunale oppure di voler assegnare, al maggior offerente, specifiche privative, come quella del dazio, seguiva l’asta  pubblica la quale aveva inizio con l’accensione di una piccola candela, lunga e sottile, e si concludeva con lo spegnimento di essa. L’ultimo offerente si aggiudicava l’asta. Ovviamente, quando le offerte dei partecipanti alla gara non erano ritenute convenienti, l’immobile non veniva dato in affitto oppure la riscossione  delle imposte sugli scambi e sui consumi di merci non veniva concessa ad alcuno, restava cioè in demanio ed alla sua esazione provvedeva la stessa Università ossia il Comune. Questo documento, infine, risulta anche di particolare interesse perché contiene numerosi termini di antiche unità di misura, oggi del tutto scomparse, fatta eccezione per la canna, misura di volume che nel gergo contadino viene ancora utilizzata da persone di una certa età per la cubatura del legname.

 

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 Affitto di pesi e misure da esigersi nel Comune di Altavilla nell’anno a tutto dicembre 1816 (1) .

 

Nota :

1) Le entrate del Comune di Altavilla - nel 1816 - corrispondevano essenzialmente ai dazi sui prodotti venduti e destinati alla soddisfazione dei bisogni della popolazione oppure all’utilizzo delle materie prime introdotte nel paese per la produzione di beni. L’ufficio destinato al controllo e alla esazione del dazio veniva sempre concesso in affitto attraverso un’asta effettuata ad estinto di candela, una procedura che negli anni settanta del secolo passato veniva ancora eseguita ad Altavilla dal Segretario Comunale.

 

 

   L’anno milleottocentosedici, 1816, il giorno tredici, 13, del mese di Giugno in Altavilla P.U. (Principato Ultra) nella sala delle sedute del Decurionato di detta Comune alle ore dodici (2) .

 

Nota:

2) Le ore dodici corrispondono all’incirca alle nove del mattino. In Italia, a differenza di quanto avvenisse negli altri stati, il giorno si misurava considerandolo terminato con il tramonto ossia con l’ora XXIV. Subito dopo il tramonto, iniziava quindi la prima ora del nuovo giorno. Più nello specifico, il nuovo giorno aveva inizio mezz’ora dopo il tramonto quando, con il suono delle campane, si annunciava l’avemaria. Per i francesi, invece, così come per gran parte del resto d’Europa, il giorno era diviso in dodici parti, facendo corrispondere l’ora XII al mezzogiorno e alla mezzanotte. In questo modo il nuovo giorno non aveva inizio dopo il tramonto ma dalla mezzanotte.In campo ecclesiastico, invece, la suddivisione oraria e quindi del giorno era scandita in modo diverso:

   - nella notte, prima dell’alba c’era il mattutino ;

   - all'alba seguivano le lodi ;

   - alle 6.00   c’era l’ora prima ;

   - alle 9.00   c’era l’ora terza ;

   - alle 12.00 c’era l’ora sesta ;

   - alle 15.00 c’era l’ora nona ;

   - al tramonto c’erano i vespri ;

   - alla notte c’era infine la compieta, chiamata così (ad completorium) perché compie le ore canoniche.

Già alla fine del ‘700, attraverso specifiche disposizioni, fatte nei vari stati della penisola, si cercò di uniformare il computo delle ore all’uso francese ma le resistenze e le consuetudini frenarono l’introduzione su larga scala di questa imposizione, malgrado, ad esempio, le norme emanate da Napoleone. Ad Altavilla, infatti, nel 1816, anno in cui è stato compilato il nostro documento, il computo delle ore veniva ancora fatto secondo l’uso antico.

 

 

   Il Sindaco della medesima ha detto essere stato avviso con affissi pubblicati ne’ luoghi soliti di procedersi nel presente luogo, giorno ed ora, ed innanzi a lui alle accettazioni delle offerte ed all’aggiudicazione definitiva dell’affitto sopra enunciato conforme all’articolo 1 del Decreto de’ 25 Febraio 1809, in conseguenza il Segretario ha fatta lettura de’ carichi di detto affitto, la cui aggiudicazione sarà fatta colle seguenti condizioni :

1.   - Che l’affitto dovrà avere la sua durata da oggi sino a tutto dicembre corrente anno e l’estaglio dovrà pagarsi in ogni fine di ciascun mese per rata, cominciando il primo pagamento nel giorno trenta dell’andante Giugno e così continuare à tutto Dicembre.

2.   - Che l’Affittatore non potrà esigere più di quello stà tassato nella soddetta tariffa ed esigendo di più sarà soggetto per ogni contravvenzione alla multa di carlini quindici a beneficio della Comune, alla stessa multa và soggetto se voglia esigere dazi di generi che non vengano nominati nella medesima tariffa.

3.   - Che richiedendo ciascuno dei Commercianti aiuto a caricare e scaricare le some delle loro merci, questo debba somministrarcelo l’Affittatore coll’agiunta al dazio di peso e di misura di grani tre per ogni soma.

   Tariffa dei diritti di pesi e misure che dovranno esigersi da Forestieri Commercianti che introducono o estraggono da questo Comune di Altavilla i generi sottoscritti: 

Per ogni cantaio (3) di pelli pecorine, caprine o cuoj……….....…...0.20

Per ogni cantaio di vino……………………………   ……..…….... 0.05

Per ogni cantaio di olio, all’infuori delle provviste delle pizzicherie .0.20

Per ogni cantaio di salami e formaggio, idem………………….........0.20

Per ogni tomolo (4) di nocelle e castagne cocchiolute…………….. .0.01

Per ogni cantaio di nocelle cotte dette antrite…………………… .....0.10

Per ogni cantaio di castagne spestate…………………………… ......0.03

Per ogni cantaio di canape lordo………………………………..........0.10 

Idem pettinato………………………… ……………………..…….  0.40

Per ogni soma (5) di frutta freschi coll’obbligo della bilancia e pesi .0.02

Per ogni soma di verdure……………………………………  ...........0.02

Per ogni soma di legname lavorato ad uso di basilari…………….... 0.06

Per ogni canna (6) di legname lavorato a tavole………………… ....0.04

Per ogni tomolo (7) di mela……………………………………….....0.01

Per ogni tomolo di grano granone ed altre vettuaglie……………..... 0.01

Per ogni cantaio di miele……………………………………… ........0.40

Per ogni cantaio di sola e cuojame concia……………………… .....0.04

Per ogni soma o banca di torrone, taralli e sosamelli.........................0.04

 

Note

3) Il càntaro napoletano, sin dal 1480, era composto di 100 rotoli (ciascuno di 891 grammi) ed era equivalente a circa 89 chilogrammi. Si consideri tuttavia che le misure riportate in questo documento sono variate nel tempo oltre che essere leggermente differenti da paese a paese.

4) Il tomolo oltre ad essere una misura utilizzata in campo agrario era anche una misura di capacità per gli aridi ossia per il frumento, riso, granturco, miglio, orzo, avena, segale, sorgo, panico, ecc. Nel Regno di Napoli e in quello delle Due Sicilie ebbe nel tempo una certa diversità variando da 55.31 a 55.23 fino a 55.54 litri. Per misurare i terreni agrari si usava il tomolo che corrispondeva all’estensione seminabile con un tomolo di grano come unità.

5) Una soma di frutta equivale a libre 250 (ogni libra = 320 grammi). In pratica una soma di frutta, verdura o legname equivaleva a circa 80 chilogrammi. Da qui, l’espressione animale da soma. La soma di olio invece era formata da 80 boccali; un boccale pesa libre 51.2 perciò la soma è del peso di libre 440.

6) La canna oltre ad essere una misura di lunghezza era anche una misura di volume. La canna cubica equivaleva quindi a 17 botti, 11 barili e 9 +1/4 di caraffa ossia circa metri cubi 9.38. Ad Altavilla si usava soprattutto, così come avviene ancora oggi, la mezza canna ossia m.2.13 x 2.13 x 1.05.

7) Anche il valore del ducato è cambiato nel tempo. Nel periodo al quale risale la compilazione del nostro documento 1 ducato equivaleva all’incirca a 4 giornate lavorative di un bracciante. Volendo immaginare - convenzionalmente - una paga giornaliera di 50 euro, salario oggi percepito ad Altavillada da un bracciante, il ducato corrispondeva a circa 200 euro attuali. Considerando per buono questo conteggio, che tuttavia resta molto approssimativo, il corrispettivo di 0 : 20 grani da pagare per ogni cantajo (89 kg.) di pelli pecorine ( vedi la prima voce nell’elenco)  equivaleva attualmente a circa 5 / 6 euro di dazio .

 

 

   Si è accesa la prima candela e l’usciere ha annunciata per prima offerta la somma di ducati venticinque .

   Essendo stata coperta questa offerta si sono successivamente accese delle altre candele durante le quali sono state fatte varie altre offerte e l’incanto è stato portato a ducati quarantasette e grani sessanta.

   Si è accesa l’ultima candela ed essendosi estinta senza verun altra offerta, il Sindaco ha aggiudicato l’affitto come sopra a Francesco Marino, del fu Vincenzo, e Giovanni Villano, del fu Vincenzo, come ultimi licitatori e maggiori offerenti, per entrare nel possesso colle clausule e condizioni di sopra enunciate e mediante la somma di ducati quarantasette e grani sessanta che si obbligano con giuramento pagare nel modo e forma prescritta.

   Del presente atto se n’è formato il verbale presente che è stato sottosegnato dal nomato Francesco Marino il quale ha dichiarato di non saper scrivere, e sotto dall’aggiudicatario Giovanni Villano, dai testimonj presenti e dal Sindaco. 

Francesco Marino aggiudicatario analfabeta

Giovanni Villano

Giovanni Severino testimonio

Francesco Saverio Orlandi testimonio

Bernardino Luciano Sindaco

Timbro della Cancelleria del Comune di Altavilla

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